Poco prima di Natale, ci eravamo lasciati con la sentenza del Tribunale di Taranto, che ordinava lo spegnimento dell’altiforno 2 dell’ex-Ilva. Quest’ultimo doveva essere spento entro e non oltre il 13 Dicembre, ovvero qualche giorno dopo la sentenza (Leggi: “Arcelor Mittal Ilva: è caos, indagano anche le Iene”).
Eppure così non è stato, dato che l’Ilva in amministrazione straordinaria ha deciso di fare ricorso. E così qualche ora fa è stata smontata l’ordinanza del giudice Maccagnano che aveva acconsentito la proroga dello stop dell’altiforno 2.
Ilva: il riesame
Ebbene, il Tribunale del Riesame di Taranto ha ribaltato la decisione del giudice di primo grado, e ha concesso ai commissari straordinari di poter utilizzare l’altiforno 2 per ulteriori 14 mesi. Tutto questo perchè l’altiforno risulta sicuro e attualmente le possibilità di rischio sono pressoché inesistenti.
Ricordiamo che tutto ebbe inizio nel 2015, quando l’impianto venne sequestrato a causa di un incidente mortale. Questo si verificò proprio nell’altiforno 2, in cui perse la vita Alessandro Morricella colpito da un grande getto di ghisa bollente.
A quanto pare, dalla data del disastro ad oggi sono state effettuate manutenzioni e modifiche all’altiforno. Al momento quindi è tutto sicuro, proprio come le dichiarazioni di qualche anno fa della società, che indicava l’inesistenza di problemi di tipo ambientali e per la salute umana.
E poi l’Ilva è stata condannata per disastro ambientale, e a rimetterci la pelle sono stati molti lavoratori e persone che abitano nelle vicinanze dello stabilimento. Tutti colpiti da tumore. Anche il rischio di prendersi una fiammata mortale, da parte di un operatore che si trova a ridosso del foro di colata, si stima in 6 eventi ogni mille anni. Eppure è accaduto.
Le ipotesi del New York Times
Ma torniamo a noi. Il collegio ha quindi smontato l’ordinanza del giudice Maccagnano che aveva negato la proroga sull’utilizzo dell’altiforno. Ssecondo il collegio, il giudice ha sostanzialmente frainteso le conclusioni sulla relazione presentata dai legali dell’azienda. Certo ci sembra un po’ strano, ma comunque la decisione ora è questa.
Ma il vero problema è quello che hanno descritto i colleghi americani del New York Times, che hanno definito invecchiata l’acciaieria di Taranto, nonché vero e proprio specchio dell’Italia. Si soffermano poi sul declino del Sud Italia e dei vari settori produttivi della penisola, probabilmente causati da regolamentazione casuale e politica instabile.
Infine, il New York Times sottolinea anche l’importanza dell’acciaieria per l’Italia. La sua chiusura infatti potrebbe facilmente avere delle conseguenze negative sulla stabilità politica del nostro governo, e sull’intera economia del Paese.
Che in quest’inizio del 2020 sembra essere appesa a un filo.