In molti hanno celebrato l’accordo del Recovery Fund, stipulato qualche giorno fa, come una sorta di impresa.
E’ pur vero che si tratta di uno storico accordo, primo in assoluto riguarda una forma di condivisione del debito, ma c’è da dire che non è del tutto conveniente.
Alcuni invece hanno già dichiarato che il Recovery Fund è più condizionato del tanto chiacchierato MES.
Infatti prima di poter accedere al credito, gli Stati dovranno presentare adeguate riforme fiscali. Ma non solo, perché una volta ottenuto il credito dovranno essere ovviamente rispettate le condizioni economico-finanziarie del “contratto”.
Ebbene si, perché si tratta pur sempre di un prestito, e chi lo richiede indubbiamente si sta indebitando.
Quindi, c’è da fare attenzione.
Se invece stai cercando ulteriori informazioni sul MES, leggi anche: “MES: che cos’è e come funziona”.
Recovery Fund: l’accordo e le cifre
I finanziamenti totali che stanzierà la UE ammontano a 750 miliardi di euro, di questi all’Italia spettano 208,8 miliardi di euro. Aumentati notevolmente di oltre 36 miliardi di euro, inizialmente dovevano essere infatti circa 170 miliardi di euro.
Ma di questi 208,8 miliardi di euro, soltanto una parte verrà stanziata a fondo perduto. Si tratta tra l’altro della parte più piccola, ovvero 81,4 miliardi di euro. La fetta più grossa invece, ovvero quella da 127,4 miliardi di euro, sarà composta da prestiti (sussidi) a tassi bassi.
Stesso discorso del prestito, si tratta pur sempre di tassi di interesse, quindi l’Italia tornerà indietro più di quanto ricevuto.
Ci soffermiamo poi sulla questione sussidi, a quanto pare infatti gli 81 miliardi di euro non rappresenterebbero la cifra reale che l’Italia “incasserà”. Infatti nel 2028, il Governo dovrà sborsare 55 miliardi che verranno re-inseriti nel budget europeo.
E facendo un rapido calcolo, il netto è pari a 25 miliardi di euro. Probabilmente si tratta della vera somma a fondo perduto che riceverà il nostro Governo.
Altro che 81 miliardi.