Il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato, accettate all’unanimità dal consiglio di amministrazione del gruppo automobilistico nato nel 2021 dalla fusione tra FCA e PSA. La decisione arriva a seguito di divergenze tra Tavares e il board, come dichiarato dal senior independent director Henri de Castries.
Questo evento segna una svolta importante per la governance dell’azienda, che ora guarda al futuro con un nuovo assetto temporaneo guidato dal presidente John Elkann.
L’uscita anticipata di Tavares, inizialmente prevista per il 2026, evidenzia un’incrinatura nel rapporto tra il CEO e il consiglio. Mentre il processo per la nomina di un successore è già stato avviato, Stellantis manterrà intatta la propria strategia e conferma le stime di bilancio per il 2024.
La reazione delle parti sociali e politiche sottolinea aspettative di cambiamento sia sul fronte occupazionale che industriale, con sindacati e forze politiche che chiedono discontinuità e un piano chiaro per il futuro degli stabilimenti italiani.
Sommario
Un nuovo capitolo per Stellantis: la ricerca del successore
Con l’uscita di Carlos Tavares, John Elkann assume un ruolo cruciale nella transizione. Oltre a presiedere il comitato esecutivo ad interim, Elkann ha ribadito l’impegno a garantire la piena attuazione della strategia di Stellantis. La scelta del nuovo CEO sarà cruciale per mantenere l’equilibrio tra gli interessi degli azionisti, dei lavoratori e del mercato globale, considerando l’importanza di affrontare sfide come l’elettrificazione e la competizione internazionale.
Con l’uscita di scena di Tavares, si apre ora la corsa alla sua successione. La nomina del prossimo amministratore delegato è prevista nei prossimi sei mesi, ossia entro giugno 2025. Come prevedibile, è già partita la ridda di voci sui possibili candidati.
In pole position c’è Olivier Francois, attuale amministratore delegato di Fiat e responsabile del marketing globale di Stellantis. Francois, uomo di fiducia di John Elkann e precedentemente anche di Sergio Marchionne, è considerato il favorito grazie alla sua profonda conoscenza del gruppo, avendo lavorato a lungo sia in PSA che in FCA. Tra i candidati interni spiccano anche Carlos Zerlenga, Chief Operating Officer per il Nord America, e Maxime Picat, responsabile della filiera e degli acquisti globali di Stellantis.
Tuttavia, nel totonomine emergono anche figure esterne al gruppo. Luca De Meo, attuale CEO di Renault Group e responsabile dell’Acea, è un nome che circola con sempre maggiore frequenza. De Meo vanta una lunga carriera nel settore, con incarichi di rilievo in Toyota, Volkswagen, Seat e Fiat, dove fu protagonista del rilancio della 500 e guidò Alfa Romeo.
Altri osservatori scommettono su Edouard Peugeot, figlio dell’attuale presidente di Peugeot Invest. Manager internazionale stimato, Peugeot ha lavorato in JP Morgan e nel fondo di private equity TowerBrook, guadagnandosi una reputazione di grande rilievo nel settore. La sua nomina segnerebbe un ritorno simbolico alle radici del gruppo.
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Le reazioni dei sindacati e delle forze politiche
Le dimissioni di Tavares hanno generato reazioni immediate tra i sindacati italiani, che vedono in questo momento una possibilità di svolta. Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil, ha chiesto un piano industriale e occupazionale concreto, mentre Ferdinando Iuliano della Fim-Cisl e Rocco Palombella della Uilm hanno invocato una discontinuità rispetto alle politiche passate.
Sul fronte politico, le dimissioni sono viste sia come una necessità sia come un’occasione per rilanciare il settore. Tommaso Foti (FdI) ha esortato Elkann a riferire in Parlamento sul futuro di Stellantis, una richiesta condivisa anche dall’opposizione.
Giuseppe Conte (M5S) e Antonio Misiani (Pd) hanno evidenziato la necessità di tutelare i lavoratori e rilanciare gli stabilimenti italiani, mentre la Lega ha sollevato interrogativi sulle compensazioni economiche spettanti a Tavares.
Sfide e prospettive per il futuro
L’uscita di scena di Tavares apre interrogativi sulle strategie future di Stellantis, soprattutto in un momento di transizione industriale e tecnologica per il settore automobilistico. Tra le priorità ci sono il rafforzamento della presenza nei mercati chiave, la valorizzazione degli stabilimenti produttivi italiani e l’accelerazione verso la sostenibilità. Il prossimo CEO sarà chiamato a coniugare queste sfide con le aspettative degli stakeholder, in un equilibrio delicato ma fondamentale per il futuro del gruppo.
Con l’attesa per il nuovo management, la pressione da parte di sindacati e politica aumenta. In gioco non ci sono solo i numeri del mercato, ma anche la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro e il rilancio della filiera produttiva in Italia e nel mondo.