Written by: Economia News

BCE: taglio di 25 punti base per favorire la normalizzazione monetaria

La BCE taglia i tassi di 25 punti base, confermando un approccio prudente verso la normalizzazione monetaria. Previsioni di inflazione in calo e crescita moderata, con rischi geopolitici in primo piano.

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La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato ieri un nuovo taglio di 25 punti base ai tassi di interesse, proseguendo sulla strada della normalizzazione monetaria. Questa decisione, ampiamente attesa, riduce i tassi sui depositi al 3%, il tasso di riferimento al 3,15% e quello per le operazioni di rifinanziamento marginale al 3,40%.

Sebbene la politica monetaria rimanga restrittiva, dal comunicato ufficiale è scomparso l’impegno a mantenerla «sufficientemente restrittiva», segnalando un possibile allentamento in futuro.

Le previsioni macroeconomiche della BCE indicano un’inflazione in calo, attestandosi al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. L’inflazione core dovrebbe seguire un trend simile, raggiungendo il target del 2% entro il 2026.

Questo scenario riflette un processo disinflazionistico ben avviato, pur con rischi simmetrici per il futuro. La presidente Christine Lagarde ha sottolineato che, nonostante il taglio, non si può ancora dichiarare «vittoria sull’inflazione».

BCE: un taglio cauto ma significativo

Durante la conferenza stampa, Christine Lagarde ha spiegato che la decisione di optare per un taglio di 25 punti base è il risultato di un consenso raggiunto tra i membri del Consiglio Direttivo, che avevano inizialmente discusso anche l’opzione di un taglio più consistente di 50 punti base.

La scelta finale rispecchia un approccio prudente, volto a mantenere margini di manovra per rispondere a eventuali cambiamenti nei rischi economici e inflazionistici.

La BCE ha evidenziato che l’inflazione interna, sebbene in diminuzione, rimane elevata a causa del ritardo con cui salari e prezzi in alcuni settori si stanno adattando agli shock inflazionistici passati. Parallelamente, il miglioramento dei redditi reali, sostenuto anche da queste politiche monetarie, è visto come un fattore chiave per rilanciare i consumi delle famiglie e, di conseguenza, stimolare la crescita economica.

Tuttavia, la BCE prevede una crescita moderata per i prossimi anni: +0,7% nel 2024, +1,1% nel 2025 e +1,4% nel 2026, con una lieve revisione al ribasso rispetto alle precedenti stime.

Il contesto internazionale e i fattori di incertezza

Nel corso della riunione, è stato posto l’accento sulle incertezze derivanti dalle condizioni politiche ed economiche globali. La mancata approvazione di bilanci in alcuni Stati membri dell’UE e le possibili tensioni commerciali internazionali rappresentano potenziali rischi per la stabilità economica dell’Eurozona.

Lagarde ha sottolineato come eventuali frizioni nel commercio internazionale potrebbero aggravare l’incertezza, influenzando negativamente le prospettive di inflazione.

La BCE ha ribadito il suo impegno a seguire un approccio «guidato dai dati», adottando decisioni in base alle condizioni economiche osservate in ogni riunione. Questo approccio, volto a garantire flessibilità, consente alla banca centrale di rispondere tempestivamente a eventuali nuovi sviluppi, bilanciando l’obiettivo della stabilità dei prezzi con il sostegno alla crescita economica.

Prospettive future

L’attuale direzione della politica monetaria suggerisce che la BCE continuerà a monitorare attentamente sia i dati economici che i rischi geopolitici. Con l’inflazione prevista vicino al target del 2% entro il 2026, è probabile che i tassi restino a livelli restrittivi ancora per un periodo prolungato.

Tuttavia, la possibilità di ulteriori tagli non è esclusa, soprattutto in un contesto di moderazione delle pressioni inflazionistiche e di incertezza economica globale.

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