Anche l’Italia fa la sua parte nello scandalo Dieselgate, scoppiato nel 2015. I fatti coinvolgono la nostra multinazionale FCA, uno dei gruppi automobilistici più importanti al mondo. Certo, non come Volkswagen ma comunque le accuse sono gravissime e potrebbero scombussolare tutto il settore automobilistico. Le indagini sono cominciate due anni dopo quelle riguardanti Volkswagen e sono state gestite interamente dall’FBI di Detroit.
Si evince che anche FCA ha ingannato i propri consumatori, proponendo auto diesel non del tutto a norma. FCA ha sempre negato le accuse e dichiarato che la mancata comunicazione della presenza di un dispositivo elettronico nel motore era una conseguenza del differente regolamento statunitense in confronto a quello europeo. Mesi fa, FCA ha comunque patteggiato con le autorità USA, pagando 500 milioni di dollari come sanzione.
Il caso
Ora la questione si accende, stavolta in maniera più grave. Sempre l’FBI di Detroit, ha provveduto ad arrestate Emanuele Palma, ingegnere per le emissioni Diesel del Gruppo FCA. Palma era responsabile dello sviluppo e della taratura dei motori diesel (da 3 litri), ubicato nella sede FCA in Michigan, Stati Uniti. Accusato di aver contribuito fortemente a falsare i test sui motori diesel del gruppo italo-americano, ha inoltre ingannato i consumatori, violato le leggi sulla protezione ambientale e infine ha anche dato false dichiarazioni durante le indagini.
Nello specifico, Palma avrebbe controllato la taratura del software che si occupava di controllare le emissioni di oltre 100.000 veicoli di casa Fiat-Chrysler. Inoltre, durante un controllo dell’FBI avrebbe anche mentito sul reale funzionamento del software in questione. Ma dopo i dovuti controlli, è emerso che l’ingegnere italiano avrebbe calibrato di proposito il sistema di controllo delle emissioni. Tutto ciò per far risultare un livello di emissioni inferiore rispetto a quello reale nei test federali. Palma aveva lavorato fino al 2016 per VM Motori Spa, azienda di motori diesel controllata sempre da FCA.
Emanuele Palma è stato arrestato nella sua residenza di Bloomfield Hills, in Michigan. Il patron Agnelli dichiara di essere in attesa per ulteriori dettagli e di continuare a collaborare completamente con le autorità USA.
L’andamento in borsa
Per quanto riguarda il titolo, FCA comincia le sedute al ribasso. Oggi ha perso l’1,37 % e probabilmente il trend negativo continuerà ancora per un po’. Sono troppe le questioni che vanno ad incidere sul valore azionario del gruppo.
Tra queste c’è proprio il caso Palma, che va ad aggiungersi alla decisione di ieri della Corte UE che ha obbligato FCA a pagare 30 milioni di euro di arretrati al Lussemburgo. Inoltre, l’Olanda ha da qualche giorno annunciato la possibile riduzione dei vantaggi fiscali per le multinazionali con sede nel proprio Paese. Tra questi c’è proprio FCA.