La recente ondata di ribassi che ha investito i prezzi di gas naturale e petrolio sta scuotendo i mercati globali, in un contesto segnato dalla rinnovata guerra dei dazi. Le quotazioni del greggio WTI per maggio sono scese fino al 2,74%, attestandosi a 60,29 dollari al barile, mentre il Brent con scadenza giugno ha registrato un calo del 2,62%, fermandosi a 63,86 dollari.
Anche il gas naturale europeo ha subito un forte contraccolpo, con il contratto TTF ad Amsterdam in discesa del 6,4% a 34 euro al megawattora.
Un quadro che riflette le tensioni geopolitiche e le incertezze economiche globali, ma che potrebbe tradursi in un beneficio concreto per le famiglie e le imprese italiane, grazie alla riduzione dei costi energetici.
Un segnale positivo per l’economia italiana
Secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, la flessione dei prezzi di gas e petrolio rappresenta un primo importante passo verso un riequilibrio del mercato energetico dopo anni di turbolenze. «Il crollo dei prezzi – ha affermato – è una notizia positiva per la bolletta energetica italiana. È il primo meccanismo di efficiente aggiustamento in quello che definisco ‘delirio dell’energia’, seguito a tre anni di guerra e instabilità».
La guerra dei dazi, pur non colpendo direttamente le materie prime energetiche, ha generato un effetto domino sull’economia globale, rallentando commercio e produzione industriale, e di conseguenza riducendo la domanda di energia.
In questo contesto, la correzione dei prezzi appare come una risposta fisiologica del mercato, che comincia a ristabilire un equilibrio più sostenibile.
Andamento tecnico: greggio sotto pressione, gas in cerca di stabilità
Negli ultimi cinque giorni, il prezzo del greggio WTI ha subito una contrazione del 10%, complice l’annuncio dei nuovi dazi da parte degli Stati Uniti. Sebbene queste misure non colpiscano direttamente i mercati energetici, il loro impatto sui flussi commerciali globali è evidente.
Il petrolio texano è stato ulteriormente penalizzato dall’incremento dell’offerta da parte dell’OPEC+, che ha scelto di ampliare la produzione proprio in una fase di debolezza della domanda. Attualmente, il WTI si trova a ridosso di un supporto psicologico chiave a 60 dollari al barile: una rottura al ribasso di questo livello potrebbe accelerare le vendite verso area 59,4–58,5 dollari.
Al contrario, un eventuale rimbalzo sopra i 65 dollari aprirebbe spazi di recupero, anche se il ritorno in area 69–72 dollari appare improbabile nel breve termine. Parallelamente, il gas naturale ha registrato un brusco calo, spingendosi sotto i 4 dollari e toccando livelli di supporto tra 3,85 e 3,80 dollari, complice l’aumento delle scorte statunitensi e il miglioramento delle previsioni meteo, entrambi fattori che pesano sulla domanda.
Gas naturale: le prospettive tra scorte e clima favorevole
Il mercato del gas naturale resta sotto osservazione, in attesa di verificare se la pressione ribassista registrata sul finire della scorsa settimana – con un tonfo di oltre il 7% in una sola sessione – possa rientrare o proseguire.
Le dinamiche di offerta restano centrali: l’aumento delle scorte negli Stati Uniti e l’arrivo della stagione primaverile, con temperature più miti, spingono verso una contrazione della domanda, rafforzando così l’orientamento ribassista. Tuttavia, un allentamento della pressione sui livelli tecnici di 3,8 dollari potrebbe offrire spazio a un moderato rimbalzo, anche se limitato nel tempo e nell’intensità.
In questo scenario, molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche e dalla stabilità geopolitica, elementi che influenzano direttamente i consumi energetici e le strategie degli operatori.
Bollette in calo: primi effetti concreti per famiglie e imprese
La flessione dei prezzi energetici potrebbe tradursi in una buona notizia per le famiglie e le imprese italiane. Con il prezzo dell’energia elettrica nel mercato tutelato fissato da Arera a 0,14526 €/kWh nella tariffa monoraria e fino a 0,15895 €/kWh nelle fasce biorarie, una riduzione della materia prima può incidere positivamente già nei prossimi aggiornamenti trimestrali.
Nel mercato libero, dove i costi vengono stabiliti dai singoli fornitori, si prospettano possibili revisioni al ribasso delle offerte. Secondo le prime stime, se il trend di discesa dei prezzi dovesse proseguire, potremmo assistere a una riduzione delle bollette dell’elettricità e del gas fino al 5% nel breve termine.
Un sollievo non trascurabile in un contesto ancora segnato da incertezza economica e inflazione elevata.
Uno scenario in evoluzione tra opportunità e incertezze
Il calo dei prezzi di gas e petrolio, pur nato da tensioni commerciali e geopolitiche, si sta rivelando un’occasione di respiro per l’economia europea e, in particolare, per l’Italia. I benefici attesi in termini di minori costi energetici rappresentano una leva positiva per i consumi interni e la competitività delle imprese, anche se il contesto resta fragile.
Le dinamiche di offerta da parte dell’OPEC+, le scorte americane e l’evoluzione della domanda nei prossimi mesi saranno i fattori determinanti per capire se il trend ribassista sarà duraturo o solo temporaneo.
In ogni caso, il mercato energetico sta mostrando segnali di autoregolazione che, se confermati, potrebbero contribuire a una maggiore stabilità dei prezzi e ad allentare la pressione sulle bollette nel medio periodo.