Il panorama automobilistico europeo registra una nuova battuta d’arresto: Isdera AG, storico produttore tedesco di auto sportive di lusso, ha presentato istanza di fallimento presso il tribunale distrettuale di Saarbrücken.
La decisione arriva in un momento particolarmente delicato per l’intera industria automobilistica, segnata da una contrazione globale della domanda, da sfide tecnologiche legate alla transizione energetica e da un contesto internazionale sempre più ostile, tra dazi, protezionismo e instabilità geopolitica.
Dalla gloria al declino: la storia di un marchio fuori dagli schemi
Fondata nel 1982 a Hildesheim da Eberhard Schulz, Isdera AG si è distinta fin dagli esordi per un approccio artigianale ed esclusivo alla produzione di supercar. Già nel 1978 aveva stupito il pubblico con il prototipo Mercedes-Benz CW 311, unico modello non ufficiale a fregiarsi del celebre logo a tre punte.
Negli anni successivi, Isdera ha continuato a realizzare vetture per un pubblico elitario, con modelli diventati oggetto di culto, come la Commendatore 112i del 1993, una supercar da 342 km/h spinta da un motore V12 Mercedes da 6.0 litri.
Nonostante l’aura leggendaria di alcuni suoi modelli, Isdera ha vissuto una storia aziendale irregolare, spesso segnata da crisi finanziarie.
Già negli anni ’90 la società era entrata in difficoltà, per poi essere salvata nel 1999 da un gruppo di investitori svizzeri. Il rilancio, tuttavia, non ha portato ai risultati sperati. Anche progetti unici come l’Autobahnkurier AK116i del 2006 — dotata di due motori V8 Mercedes e dallo stile retrò ispirato agli anni ’30 — hanno alimentato più l’interesse dei collezionisti che sostenuto una vera ripresa industriale.
La scommessa elettrica e la partnership con la Cina
Nel tentativo di restare al passo con l’evoluzione del mercato, Isdera ha intrapreso nel 2017 una collaborazione strategica con il gruppo cinese Weltmeister, con l’obiettivo di sviluppare auto elettriche.
Una mossa comune a molti costruttori europei in difficoltà, che hanno cercato nei partner asiatici il supporto tecnologico e finanziario per affrontare la transizione ecologica.
Durante il Salone di Pechino del 2018, la casa tedesca ha presentato la Isdera Commendatore GT, realizzata in soli due esemplari, con doppio motore elettrico da 300 kW e batteria da 100 kWh. Un progetto ambizioso che, tuttavia, non è mai riuscito a trasformarsi in un vero rilancio commerciale.
Il fallimento di un simbolo e l’allarme per l’intera filiera
L’istanza di fallimento di Isdera rappresenta l’ennesimo segnale di allarme per un comparto produttivo che fatica a reinventarsi. Se persino colossi come Volkswagen si trovano a valutare la chiusura di alcuni impianti, le difficoltà per i marchi più piccoli diventano insormontabili.
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L’automotive europeo, e quello tedesco in particolare, sta vivendo un momento di profonda trasformazione e instabilità. La scomparsa di un marchio come Isdera è tanto simbolica quanto drammatica: un altro tassello che si stacca dal mosaico dell’eccellenza ingegneristica continentale.