Bialetti Industrie si prepara a voltare pagina con un passaggio di controllo che segna la fine di un’epoca. La società, celebre per aver portato nelle case italiane la moka simbolo del rito del caffè, passerà nelle mani del fondo Nuo Octagon, espressione della famiglia cinese Pao-Cheng.
Con l’ingresso del nuovo socio di maggioranza e il previsto delisting da Piazza Affari, termina ufficialmente il lungo ciclo sotto la guida della famiglia Ranzoni, avviato con la quotazione in Borsa nel 2007 e conclusosi con un ambizioso, ma incompiuto, tentativo di espansione multiprodotto.
Operazione da oltre 50 milioni e OPA in arrivo sul mercato
Il fondo Nuo Octagon ha messo sul piatto oltre 53 milioni di euro per assicurarsi il controllo di Bialetti Industrie, attraverso due accordi distinti che gli garantiranno la maggioranza assoluta del capitale.
Il primo contratto, sottoscritto con Bialetti Investimenti e Bialetti Holding – entrambe riconducibili a Francesco Ranzoni, attuale presidente del consiglio di amministrazione – riguarda il 59,002% del capitale, per un corrispettivo complessivo di 47,334 milioni di euro. Il secondo, invece, coinvolge il fondo Sculptor Ristretto Investment e copre un ulteriore 19,565% per 5,731 milioni di euro.
L’acquirente ha inoltre stimato un valore implicito del cosiddetto vendor loan – un prestito concesso dal venditore per facilitare l’acquisizione – pari ad almeno 13,3 milioni di euro. Questo porta la valorizzazione complessiva dell’acquisizione delle partecipazioni a non meno di 42,634 milioni.
Tutto ciò si traduce in un’offerta pubblica d’acquisto obbligatoria sul restante capitale sociale a un prezzo minimo stimato di 0,467 euro per azione, con l’obiettivo di procedere al delisting del titolo da Borsa Italiana entro l’estate 2025.
Un piano di rifinanziamento da 75 milioni per rilanciare Bialetti
L’acquisizione da parte di Nuo Octagon si inserisce all’interno di un più ampio piano di ristrutturazione finanziaria mirato a ridurre in modo significativo l’indebitamento del gruppo Bialetti. Il nuovo assetto prevede l’attivazione di una duplice linea di credito: un finanziamento junior fino a un massimo di 30 milioni di euro, messo a disposizione da illimity Bank e Amco Asset Management Company, e un finanziamento senior fino a 45 milioni, erogato da un pool di istituti guidato da Banco BPM in qualità di banca agente, arranger e finanziatrice, insieme a BPER Banca e Banca Ifis.
A questi si aggiunge la possibilità di un’ulteriore linea di credito da 5 milioni destinata al capitale circolante, nel caso in cui si rendesse necessario l’intervento di un nuovo soggetto finanziatore.
A supporto dell’operazione, Nuo Octagon ha già raccolto equity commitment per un totale di 71 milioni di euro, garantendo così le risorse necessarie sia per completare l’acquisizione sia per sostenere il piano industriale post-delisting.
Nuova governance in arrivo con l’ingresso di Nuo Octagon
Con il subentro di Nuo Octagon nel controllo di Bialetti Industrie, è previsto un completo riassetto della governance societaria, che potrebbe concretizzarsi già prima del closing definitivo. Le società venditrici, Bialetti Investimenti e Bialetti Holding, si sono impegnate a depositare e sostenere una lista per la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione composto da sette membri.
La proposta include tre candidati indicati dal venditore, uno designato dall’acquirente e altri nomi indipendenti, tra cui Egidio Cozzi. Parallelamente, sarà rinnovato anche il collegio sindacale, con una composizione che rifletterà l’equilibrio tra le parti: due sindaci effettivi proposti dai venditori e tre membri – un effettivo e due supplenti – espressione del nuovo azionista di riferimento.
Questi passaggi formali preparano la strada a un cambio di rotta gestionale, in linea con la visione strategica e internazionale del fondo Nuo.
Dall’espansione multiprodotto al ritorno al caffè: la svolta strategica
Negli ultimi anni, Bialetti ha progressivamente abbandonato l’ambizioso progetto di espansione multiprodotto intrapreso dopo la quotazione del 2007, che prevedeva l’integrazione di diverse linee nel settore del cookware e degli accessori per la casa.
Dopo aver ceduto asset come il marchio Rondine e le pentole Aeternum – acquisite dopo la quotazione e rivendute a Illa due anni fa – l’azienda si è completamente rifocalizzata sul mondo del caffè, abbandonando le produzioni storiche legate alla famiglia Ranzoni.
Oggi il comparto rappresenta il 93% del fatturato totale: il 60% deriva dalla vendita di macchine da caffè, mentre il restante 33% proviene da capsule e miscele in polvere. Questa razionalizzazione del portafoglio ha comportato anche una forte riduzione della rete di negozi a marchio, nel segno di una maggiore efficienza operativa e di un approccio industriale più mirato.
Bilancio 2024: crescono ricavi ed Ebitda, ma il risultato netto resta negativo
Nel 2024 Bialetti ha registrato segnali di miglioramento a livello operativo, con ricavi in crescita e un margine lordo in netto progresso. Il fatturato si è attestato a 149,5 milioni di euro, in aumento del 5,9% rispetto all’esercizio precedente.
Particolarmente significativa la performance dell’Ebitda normalizzato, salito a 23,1 milioni (+20%), a conferma della ritrovata efficienza nella gestione industriale e commerciale. Nonostante questo, il risultato netto è rimasto in territorio negativo, con una perdita di 1,1 milioni di euro, pur in miglioramento rispetto agli anni precedenti.
La riduzione dell’indebitamento prevista dal piano di ristrutturazione e l’ingresso di nuovi capitali potrebbero ora creare le condizioni per un ritorno alla piena redditività.