Il titolo Volkswagen perde punti percentuali alla Borsa di Francoforte. Ieri è arrivata a bruciare oltre il 2 %, e molto probabilmente continuerà con questo trend negativo. Il crollo delle azioni è dovuto alle accuse di manipolazione del mercato da parte dei pubblici ministeri tedeschi, ai vertici della società di Wolfsburg.
Sono 3 i manager citati in giudizio : l’attuale CEO Herbert Diess, il presidente del Consiglio di sorveglianza Hans Dieter Poetsch, e l’ex CEO Martin Winterkorn. Tutto è partito dallo scandalo Dieselgate scoppiato nel 2015, quando venne scoperto che Volkswagen aveva falsificato i dati sulle vetture diesel vendute in Europa e negli Stati Uniti.
E’ proprio sulla questione Dieselgate che si basano le accuse della procura tedesca.
Il caso dieselgate
A quanto pare, la dirigenza della società, non avrebbe menzionato i miliardi di euro dovuti in seguito all’esplosione dello scandalo. In pratica, vengono accusati di aver deliberatamente informato in ritardo i mercati delle conseguenze finanziarie ed economiche dello scandalo Dieselgate. Secondo i magistrati, la cifra dovuta da Volkswagen era pari a ben 40 miliardi di dollari.
Dopo gli strascichi giudiziari, ovviamente la borsa risponde in maniera negativa. Proprio come successe all’epoca dei fatti, quando il colosso Volkswagen arrivò a perdere addirittura il 40 % del suo valore entro pochi mesi (Aprile-Ottobre 2015). Ma ci sembra giusto così dato che Volkswagen ha truffato milioni di clienti in tutto il mondo, oltre a investitori e mercato. Sono 600.000 le auto vendute negli USA su cui la società tedesca ha installato un defeat device. Si tratta di un dispositivo utile per superare i test sulle emissioni nocive, ovviamente non regolare. Una vera truffa.
E addirittura si stima che sono 11 milioni i veicoli nel mondo su cui Volkswagen ha installato questo dispositivo, dal 2009 al 2015. Sembrerebbe che peggio di così Volkswagen non poteva fare. E invece l’ha fatto. I top manager del gruppo hanno anche provato a cercare un accordo con le autorità USA per evitare di comunicare le informazioni rilevanti su questa storia. Pessimi.
Le conseguenze
Il titolo Volkswagen è crollato del 2,36 % sulla Borsa di Francoforte. Insieme ad esso, reazione a catena, precipita anche Porsche registrando un – 2,5 % e anche Daimler con – 1,68 %. Quest’ultima è già risultata colpevole nel procedimento sulla vendita di 684.000 auto diesel non a norma. Ricordiamo che il gruppo Daimler controlla Mercedes-Benz. La società ha comunque dichiarato di aver accettato la sanzione. E non poteva che essere così dato che, a quanto pare, le case automobilistiche tedesche contribuiscono fortemente alla distruzione del pianeta con elevate emissioni di ossidi di azoto.
Continuano quindi le macabre scoperte nel mondo delle aziende e dell’economia tedesca. Ormai non riusciamo più a contare gli scandali tedeschi : Panama Papers, Deutsch Bank, Commerzbank, Volkswagen, la questione immigrati, e chi più ne ha più ne metta.
Per scandali e truffe, la Germania è prima in Europa.