Nei guai il famoso marchio fiorentino, leader nel settore dell’abbigliamento. L’icona mondiale del lusso e del Made in Italy, si trova in una situazione alquanto brutta.
Tutto è iniziato dal lancio di un maglione, dal costo di 899 $, accusato dalla critica e dai clienti di essere un blackface. In pratica, si tratta di un make-up teatrale in voga nel XIX secolo, che consiste nel far assumere (ad un “bianco”)le sembianze di una persona di “pelle nera”.
Il marchio ha ricevuto bastonate dai social con conseguenti critiche per il nuovo modello di pull-over. Gucci aveva rafforzato il proprio brand grazie ai social, un’attenta campagna di marketing nel settore aveva infatti contribuito ad aumentare vendite, fatturato e fama del brand. Era balzata subito al primo posto fra le grandi aziende per impegno sui social-media. Inoltre, aveva anche rafforzato i legami con artisti hip-hop della scena internazionale e pubblicizzato eventi e sfilate.
Ora il trend si è invertito, e di brutto.
Le statistiche
Sui social è gia partito il boicottaggio, con molti utenti che hanno caricato video mentre bruciano i propri prodotti a marchio Gucci. Oltre a questa ondata di “cattiveria” nei confronti di Gucci, le statistiche sono quelle che destano le maggiori preoccupazioni. L’ultimo trimestre è stato chiuso con un calo delle vendite del 2 % in Nord America e USA, settore nella quale appena 2 anni fa si è registrato un + 49 % nello stesso periodo.
E’ dal 2016 che non si verificava un calo delle vendite, da ben 3 anni. Anche la borsa non sorride affatto alla bufera social; la società che controlla Gucci, Kering, ha riportato un calo del valore azionario addirittura del 10 %. Da fine Luglio ad adesso. Gucci contribuisce al 60 % delle entrate di Kering e all’80 % in fatto di utili. La società francese è subito corsa ai ripari annunciando di spingere il marketing negli USA già entro la fine dell’anno. Ricordiamo, che il settore Nord America-USA rappresenta il 20 % delle vendite totali del marchio Gucci.
Solamente qualche mese fa, Gucci era al top per vendite e fatturato.
La situazione attuale
Alla fine del 2017, Gucci ha raggiunto un valore mediatico stimato in 82,5 milioni di dollari. Attualmente questo valore è diminuito di circa un terzo e si attesta sui 30,7 milioni di dollari. Perde anche lo scettro di “re” dei social, lasciandolo alla francese Chanel. La fama di Gucci non è però in discussione, il rapper statunitense Lil Pump con “Gucci Gang”, dove ripete più volte la frase, ha superato 1 miliardo di visualizzazioni su Youtube e raggiunto il 3° posto nelle classifiche musicali statunitensi 2017.
Però ora anche i personaggi mediatici sembrano andare contro Gucci, a partire da T.I., altro famosissimo rapper USA. Anche lui ha bruciato i suoi abiti Gucci e su Instagram ha dichiarato che fino a quel momento era stato un sostenitore del marchio. Poi ci tiene a precisare di esser stato un cliente a 7 cifre. Ovvero da milioni di euro.
Perdere clienti del genere è però un brutto colpo. Si spera che altri clienti-milionari non seguano il suo esempio. Dovremo attendere la Fashion Week di Milano per poter tirare conclusioni.
Gli scenari possibili sono due: veloce ripresa o lenta decaduta.