L’Italia è storicamente terra di imprenditori e visionari che, partendo da intuizioni brillanti o tradizioni familiari, hanno saputo creare imperi economici di respiro globale.
Dai settori tradizionali come la moda e l’alimentare, fino alle nuove frontiere della tecnologia e delle criptovalute, i più ricchi investitori italiani hanno tracciato percorsi differenti ma accomunati dalla capacità di innovare, diversificare e cogliere le opportunità giuste al momento giusto.
Di seguito, presentiamo la classifica aggiornata dei cinque investitori italiani più ricchi nel 2025, con un’analisi dettagliata delle aziende da loro controllate e delle strategie che li hanno portati al successo.
Giovanni Ferrero – 42,1 miliardi di dollari
Al vertice della classifica troviamo Giovanni Ferrero, l’uomo più ricco d’Italia. Figlio del fondatore Michele Ferrero, Giovanni ha ereditato e guidato con successo il colosso dolciario Ferrero Group, celebre in tutto il mondo per marchi iconici come Nutella, Kinder, Tic Tac e Ferrero Rocher.
Dopo la scomparsa del fratello Pietro nel 2011, ha assunto la guida solitaria dell’azienda, con una visione imprenditoriale fortemente orientata all’espansione internazionale.
Sotto la sua leadership, il gruppo ha registrato una crescita impressionante: il fatturato ha superato i 17 miliardi di euro nel 2023, con operazioni in oltre 170 paesi. Ferrero ha investito strategicamente in acquisizioni mirate, integrando brand storici come Thorntons (UK), Fannie May (USA), Delacre (Belgio) e parte del business dolciario di Nestlé negli Stati Uniti.
Oggi Giovanni Ferrero, pur mantenendo un profilo riservato, è un imprenditore globale, capace di coniugare tradizione familiare, innovazione di prodotto e visione strategica a lungo termine.
Andrea Pignataro – 26,4 miliardi di dollari
Al secondo posto si colloca Andrea Pignataro, ex trader italiano che ha saputo reinventarsi diventando uno dei protagonisti della finanza tecnologica globale. Nel 1997 ha fondato ION Investment Group, un gruppo specializzato nello sviluppo di software e soluzioni tecnologiche per il settore finanziario, bancario e dei mercati dei capitali.
ION è cresciuta in modo esponenziale grazie a una strategia basata su acquisizioni mirate di aziende leader nei loro segmenti. Tra le operazioni più significative spiccano quelle di Cedacri e Cerved in Italia nel 2021, che hanno rafforzato la presenza del gruppo nei servizi digitali per banche e istituzioni finanziarie.
Pignataro ha costruito un impero tech con sedi e operazioni in Europa, Stati Uniti e Asia, posizionandosi come fornitore di riferimento per banche centrali, fondi hedge e borse valori.
ION Investment Group è oggi un colosso silenzioso ma potentissimo, di proprietà quasi esclusiva dello stesso Pignataro, il cui approccio low profile e visionario lo rende una figura unica nel panorama imprenditoriale italiano e internazionale.
Giorgio Armani – 12,3 miliardi di dollari
Sul gradino più basso del podio troviamo Giorgio Armani, icona mondiale della moda e simbolo dell’eleganza italiana. Fondatore della Giorgio Armani S.p.A., ha rivoluzionato il concetto di abbigliamento di lusso, imponendo uno stile minimalista, sofisticato e senza tempo. La sua ascesa imprenditoriale ha preso slancio negli anni ’80, quando Hollywood e le passerelle internazionali hanno consacrato il suo brand.
Armani ha saputo mantenere il pieno controllo dell’azienda, scegliendo di non quotarla in Borsa e rifiutando acquisizioni da parte di grandi gruppi del lusso. Questo gli ha consentito una gestione indipendente e coerente con la sua visione, trasformando il marchio in un vero e proprio lifestyle brand. Oggi il gruppo è attivo non solo nella moda, ma anche in settori come l’arredamento, la cosmetica, gli accessori e l’ospitalità di lusso, con la catena Armani Hotel.
Il successo di Giorgio Armani è la combinazione di creatività, rigore imprenditoriale e un’identità di brand fortissima, che lo rende ancora oggi uno degli stilisti e imprenditori più influenti del mondo.
Giancarlo Devasini – 9,2 miliardi di dollari
Il quarto posto è occupato da Giancarlo Devasini, figura centrale nel mondo delle criptovalute e Chief Financial Officer di Tether, l’emittente della più importante stablecoin al mondo, legata al valore del dollaro. Ex medico e imprenditore nel settore dell’hardware, Devasini ha saputo intuire in anticipo il potenziale rivoluzionario delle valute digitali.
Il suo nome è legato anche a Bitfinex, una delle piattaforme di scambio cripto più importanti a livello globale, che condivide la stessa struttura aziendale di Tether. Grazie al successo planetario di USDT (la stablecoin di Tether), Devasini ha accumulato un patrimonio miliardario, rendendolo uno degli italiani più ricchi e influenti nel panorama fintech.
Nonostante le controversie legate alla trasparenza delle riserve di Tether, Devasini è riuscito a mantenere la stabilità dell’asset anche nei momenti di turbolenza del mercato, consolidando la posizione del gruppo nel settore delle cripto e affermandosi come uno degli imprenditori italiani più innovativi e controversi dell’ultimo decennio.
Francesco Gaetano Caltagirone – 5,6 miliardi di dollari
Chiude la classifica dei cinque investitori italiani più ricchi Francesco Gaetano Caltagirone, imprenditore romano con un impero diversificato che spazia dall’edilizia all’editoria, fino alla finanza e all’assicurazione. Il cuore del suo patrimonio risiede nella Caltagirone S.p.A., una holding che controlla aziende storiche come Cementir Holding (produzione di cemento e materiali da costruzione) e Caltagirone Editore, editore di testate nazionali come Il Messaggero, Il Mattino e Il Gazzettino.
Ma è soprattutto nel settore finanziario che Caltagirone ha consolidato la sua influenza negli ultimi anni. È uno dei principali azionisti del colosso assicurativo Generali, oltre ad avere partecipazioni rilevanti in istituzioni bancarie come Mediobanca e Monte dei Paschi di Siena. La sua strategia imprenditoriale si basa su una diversificazione controllata, spesso attraverso partecipazioni strategiche che gli permettono di esercitare un’influenza diretta sulla governance delle società.
Caltagirone rappresenta un modello di imprenditore tradizionale ma estremamente abile nel leggere i mutamenti del contesto economico italiano ed europeo, riuscendo a mantenere un ruolo centrale nei settori chiave dell’economia nazionale.