Il Governo Draghi applica per la prima volta il Golden Power e ferma l’acquisizione del 70% di Lpe S.p.a da parte del gruppo cinese Shenzen Investment Holdings.
A quanto pare il gruppo cinese era pronto a diventare azionista di maggioranza della società lombarda, attiva nella produzione di reattori epitassiali. Elementi fondamentali per la produzione di microchip e semiconduttori.
Ma non solo, perché Draghi ha anche bloccato una presunta parternership commerciale tra la nostra Linkem e la cinese ZTE. Inoltre, sono state imposte restrizioni alle aziende italiane per l’acquisto di forniture da Huawei e Zte.
Se ti interessano ulteriori info sulle aziende italiane del settore tecnologia e telecomunicazioni, ti consigliamo di leggere anche: “Technoprobe: da PMI a gigante del settore Microelettronica”.
Insomma arriva il primo sgambetto a Pechino e un segnale forte da parte del Governo Draghi: stop agli investimenti cinesi in Italia, tantomeno in settori strategici come tecnologia e telecomunicazioni.
Governo Draghi: il Golden Power
Istituito nel 2012 e diventato “applicabile” dal 2019 anche al settore delle telecomunicazioni, il Golden Power è una regola che attribuisce poteri speciali al Governo Italiano.
Applicando il Golden Power, il Governo può opporsi alle operazioni di acquisizione, aumento di quote/partecipazioni, e può porre veti riguardanti delibere societarie.
Ed è così che, proprio nel momento in cui si registra una forte carenza (mondiale) di semiconduttori, che i cinesi di Shenzen Investment Holdings hanno provato ad acquisire l’azienda lombarda, leader del settore.
Un’azienda storica fondata negli anni 60’ e che nel corso del tempo è cresciuta sempre più. Oggi ha una sede a Milano, a Catania ed una divisione a Shangai (Cina). Ha all’attivo importanti partnership commerciali con numerose aziende estere dislocate tra Stati Uniti, Giappone, India, Corea del Sud, Repubblica Ceca.
I cinesi ci hanno provato, ma stavolta dall’altro lato hanno trovato il governo Draghi. Che senza pensarci più di tanto ha provveduto a bloccare immediatamente l’acquisizione.
Una decisione presa dallo stesso Mario Draghi, dal Ministro dello Sviluppo Economico, della Difesa, e degli Affari Esteri. Tutti d’accordo, i settori strategici non si toccano.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Finalmente! Un piccolo segnale di saggezza politica. Già il mercato delle merci è fortemente in inquinato dai prodotti di dubbia qualità, per non dire di peggio, cinese. Dove che per qualità non intendo solo quella specifica del prodotto, ma anche la qualità dei processi che va dalla sicurezza sul lavoro all’impatto ambientale. Ricordiamo che la Cina oltre a non esser intervenuta per tempo riguardo all’emergenza Covid19, produce pure il 27 per cento della CO2 planetaria annuale con le conseguenze che tutti vediamo…48 gradi in Sicilia etc etc. Credo che i Paesi dell’Europa dovrebbero mettere un serio freno alle esportazioni cinesi con dazi importanti. Inoltre vietare la partecipazione da parte dei capitali cinesi alle imprese italiane e della UE. Un esempio di perfetto fallimento e distruzione economica di dove sono entrati i cinesi? Wanbao di Mel (BL). È ora che la UE si svegli per non lasciarsi colonizzare da una nazione che è la summa moralis del peggio del comunismo e del peggio del capitalismo: la Cina. Saluti