L’istituto di credito Intesa San Paolo, si conferma ancora una volta una delle banche più solide d’Italia e d’Europa. Il primo trimestre del 2020 è stato un vero e proprio capolavoro, un bilancio ottimo nonostante l’emergenza sanitaria in atto.
Non è stato possibile evitare l’impatto con il Covid-19, che ha causato il crollo dei mercati e sta mettendo a serio rischio la maggior parte delle aziende italiane. Ma Intesa San Paolo ha retto benissimo ed è stata addirittura capace di generare profitti.
L’utile registrato nel primo trimestre dell’anno è pari a ben 1,15 miliardi di euro, che poteva essere di 1,36 miliardi di euro se si esclude la cifra destinata all’accantonamento.
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Intesa San Paolo: la trimestrale
La solidità patrimoniale del gruppo, come sempre, non è in discussione. Nonostante l’accantonamento di 300 milioni di euro (sempre causa coronavirus) e le generose donazioni effettuate per contrastare la pandemia. Citiamo i 100 milioni di euro donati alla Protezione Civile.
Per non parlare dei 5 miliardi di euro di finanziamenti (che potrebbero salire a 10) destinate alle aziende italiane e alle famiglie che hanno bisogno di liquidità.
Che dire, Intesa San Paolo non è un semplice istituto di credito, bensì una super-banca.
Per quanto riguarda l’utile registrato nella trimestrale, come già anticipato, si tratta di una cifra pari a 1,15 miliardi di euro. La stessa risulta ben al di sopra delle aspettative, le stime infatti indicavano 751 milioni di euro.
Oltretutto lo stesso valore risulta in notevole aumento rispetto a quello registrato nello stesso periodo dell’anno precedente, ovvero 1,05 miliardi di euro (+9,6%).
Considerando anche i 300 milioni di euro di accantonamento, si tratta del miglior trimestre di sempre. Per quanto riguarda invece le azioni Intesa San Paolo, segnaliamo che il peggio è ormai passato e il titolo si è stabilizzato su un valore che va da 1,35 a 1,45 € per azione.
La fusione con Ubi Banca
Non finisce qui perché il CEO del gruppo, Carlo Messina, continua a spingere sulla fusione con Ubi Banca. Ricordiamo che già più volte Victor Messiah (a.d. di Ubi) e i maggiori azionisti hanno rispedito l’offerta al mittente.
Ma è anche vero che l’Ops lanciata su Ubi a Febbraio si farà anche nel caso in cui ad aderire fosse solo il 50% degli azionisti dell’istituto di credito lombardo. Dalla fusione potrebbe nascere un colosso bancario in grado di generare 5 miliardi di euro di utile già nel primo anno di attività (le stime pre-epidemia indicavano 6 miliardi di euro).
E come se non bastasse, Messina ha annunciato che agli azionisti di Ubi che aderiranno all’operazione di fusione, verranno pagati i dividendi 2019 della stessa Intesa.
Insomma, Intesa San Paolo è destinata a crescere ancora di più. A questo punto crediamo che l’istituto di credito possa diventare già nei prossimi anni, la maggiore banca d’Europa. Sia per capitalizzazione, che per asset in gestione.
Se la fusione con Ubi si farà, il nuovo colosso bancario entrerà immediatamente nella Top 3 delle banche europee. Alle spalle di BNP Paribas e HSBC.