Si parla continuamente della probabile (per noi, ipotetica) recessione dell’Italia. Anche l’Italexit torna di moda, dopo i continui schiaffi ricevuti dall’UE e la pugnalata alle spalle da parte della Banca Centrale Europea. A rievocare l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea è stato Matteo Salvini, che qualche settimana fa ha affermato: “o l’Europa cambia o non ha più senso esistere.”
Beh, a questo punto come dargli torto, al di là delle scelte politiche o di partito. Sembra proprio che all’Europa l’Italia non interessi più di tanto, addirittura sembrano quasi felici per un eventuale recessione o per la comparsa di problemi a livello nazionale. Per non parlare dell’ipotetica “manifesta superiorità” da parte di alcuni stati membri. Leggi anche: “Presidente BCE: frasi choc, è una pugnalata all’Italia?”.
Eppure ci siamo proprio noi tra i padri fondatori della UE, poi fino a prova contrario siamo sempre l’ottava economia al mondo, nonché sesto stato più popoloso d’Europa. Terzi in europa per ricchezza privata e noni al mondo.
Signore e signori, l’Italia è un paese troppo ricco per fallire. Mettetevi l’anima in pace.
Recessione Italia: la situazione
A metterci i bastoni tra le ruote, sono come sempre “i soliti ignoti”, senza fare nomi. E dopo aver letto l’introduzione di questo articolo, si gireranno anche gli analisti economici europei, che saranno sicuramente pronti a ricordarci che l’Italia ha uno dei debiti pubblici più alti al mondo (sempre in rapporto al PIL).
Ma la ricchezza privata delle nostre famiglie e concittadini ci tende una mano. Ebbene, i nostri risparmi ammontano a quasi 10 trilioni di euro, ovvero circa l’8,4% del reddito disponibile. E c’è di più, le nostre famiglie hanno passività finanziarie pari a circa il 41% del PIL ovvero la percentuale più bassa tra tutti i paesi avanzati.
Ovviamente ricordiamo che facciamo parte dei paesi avanzati (è scontato), anzi siamo tra i primi al mondo. Magari qualcuno è già pronto a mettere in discussione anche questo. Se così fosse, dovreste ripassare un po’ i libri di scuola. Magari partendo dal Sacro Romano Impero, non si sa mai.
Comunque, tornando a noi, menzioniamo anche le nostre imprese non finanziarie che risultano indebitate poco e niente. Rispetto al PIL si parla di una percentuale del 69%, molto al di sotto della media europea. Ma siete curiosi di sapere a quanto ammonta questo valore nella zona Euro? Al 106%. Punto.
Conclusioni
Quindi l’Italia non fallirà state tranquilli, se proprio dovrà essere recessione, lo sarà per il mondo intero. O quantomeno per tutta Europa. Non siamo né la Grecia, né la Spagna, né l’Albania, né la Francia né nessun’altra nazione europea. Noi siamo l’Italia. Noi siamo quelli che contribuiamo maggiormente (con soldi non con caramelle) a tenere in piedi l’Europa, e la UE ci torna indietro gli spiccioli. Ma di questo ne ha parlato ampiamente anche la nostra Giorgia Meloni, che come al solito non le manda a dire.
Ma a parte questo, allora dovremmo dimenticare anche tutti i grandi esponenti italiani che hanno contribuito a far crescere la UE e alcune volte l’hanno anche salvata.
Qualche giorno fa la francese Christine Lagarde alla sua prima uscita importante ha pronunciato una frase, una soltanto, ed è stata capace di affossare le borse di tutta Europa.
Qualche anno fa l’italiano Mario Draghi invece salvò l’euro con 3 parole. Solo 3 parole: “Whatever it takes”.
Un po’ di riconoscenza e un minimo di rispetto da parte dell’Europa verso l’Italia, ci potrebbe anche stare.
Comunque recessione di quà, recessione di là, ma l’Italia è sempre in piedi. Ci scusiamo con chi ci vorrebbe “morti”, ma siamo troppo ricchi per fallire.