Le Borse europee vivono un momento di volatilità mentre gli investitori, in modalità “risk-on”, reagiscono alla rielezione di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti.
La chiarezza del voto ha rassicurato i mercati, dissipando i timori di uno stallo che avrebbe potuto portare a un periodo di incertezza. La composizione del Congresso, con il Senato a maggioranza repubblicana e la Camera dei Rappresentanti ancora incerta, conferma uno scenario di continuità che sostiene i “Trump Trades”, movimenti di mercato tipici legati all’ascesa di Trump.
Se Wall Street festeggia, le piazze europee registrano variazioni limitate ma segnano trend in discesa: il FTSE MIB di Milano perde l’1,75%, il CAC 40 di Parigi è a -0,71%, mentre il DAX di Francoforte e l’AEX di Amsterdam risultano in leggera ripresa. Tuttavia, Madrid subisce un pesante -3,04%, penalizzata dai titoli bancari in sofferenza.
Sommario
L’effetto Trump su Wall Street e l’impennata del dollaro
L’euforia per il risultato elettorale ha spinto Wall Street a nuovi record, con un chiaro segnale di fiducia nella presidenza Trump. Il dollaro ha subito un marcato rafforzamento rispetto alle altre valute, riportando il cambio euro/dollaro a 1,07 e contribuendo a una dinamica di apprezzamento anche del Bitcoin, che ha toccato il record di oltre 75.000 dollari.
L’incremento dei rendimenti dei Treasury a 10 anni, ora al 4,45%, riflette la fiducia del mercato nelle promesse di Trump su tagli fiscali e politiche di spesa, misure che, secondo gli investitori, potrebbero portare a una crescita del deficit e a una pressione inflazionistica in aumento.
Settore bancario e Big Tech in rally: i vincitori della rielezione
Le banche emergono come protagoniste assolute del “Trump rally” a Wall Street. JPMorgan, Bank of America, Citigroup, Wells Fargo e Goldman Sachs registrano rialzi superiori al 9%, grazie all’aspettativa di una deregolamentazione e di politiche fiscali favorevoli.
Parallelamente, il settore energetico vede un vantaggio per le società petrolifere come Chevron (+3,19%), mentre soffrono le rinnovabili.
Anche le Big Tech sono in rialzo, con Apple, Alphabet e Amazon a registrare guadagni significativi, spinti dalla prospettiva di minori controlli antitrust e di un atteggiamento meno restrittivo verso le fusioni e acquisizioni.
Trump Media in rally nonostante le perdite
Una seduta volatile si è registrata anche per Trump Media, proprietaria della piattaforma Truth Social. Nonostante una perdita trimestrale di 19,2 milioni di dollari, il titolo ha visto un aumento nel pre-mercato del 50%.
Dopo un mese in forte rialzo, la società beneficia dell’interesse degli investitori in seguito alla rielezione di Trump, consolidando così un guadagno complessivo superiore al 105% nelle ultime settimane.
Il focus sui mercati italiani: Milano frenata dalle banche
Sull’azionario italiano, a dominare sono state le azioni maggiormente esposte sul mercato statunitense, come Tenaris, Diasorin e Leonardo, che hanno beneficiato delle prospettive di investimento americano in infrastrutture e difesa.
In controtendenza, le utility italiane attive sulle rinnovabili negli Stati Uniti hanno subito ribassi, come Erg e Inwit. Le banche italiane, intanto, continuano a registrare performance deludenti, con Unicredit che cede il 4,48% nonostante risultati trimestrali positivi.
Il rally del dollaro e l’euforia sul Bitcoin
Con la vittoria di Trump, il dollaro si è ulteriormente rafforzato rispetto a tutte le principali valute, mentre il Bitcoin ha superato il record di 75.000 dollari, segno di un rinnovato interesse per i “Trump trades”.
Gli esperti prevedono una forte volatilità sul mercato dei cambi, in particolare in attesa dei prossimi sviluppi delle politiche monetarie globali.
Oro stabile su livelli record
Nonostante l’euforia sui mercati, l’oro si mantiene stabile, con quotazioni prossime ai massimi di 2.749 dollari l’oncia. Gli analisti attribuiscono il movimento limitato alla bassa incertezza, aggiungendo che l’oro potrebbe beneficiare nel lungo termine delle politiche economiche della nuova amministrazione repubblicana.
Spread e rendimenti governativi europei sotto controllo
Infine, i titoli di Stato europei non hanno seguito il trend dei Treasury americani. Il rendimento decennale italiano è sceso al 3,63%, mentre lo spread con il Bund tedesco si mantiene a quota 125 punti base. I mercati attendono ora le decisioni della Banca d’Inghilterra e della Federal Reserve sui tassi, che potrebbero influire ulteriormente sul quadro obbligazionario europeo.