Il brusio corre veloce, come sempre accade quando i numeri si fanno incandescenti. Piazza Affari, l’orologio batte un ritmo nuovo, più rapido.
Il titolo Poste Italiane? Una freccia impazzita verso l’alto, un nuovo massimo storico inchiodato a 16,17 euro.
Sembra quasi di sentire l’eco dei click degli investitori, un tam-tam euforico che si propaga nell’aria digitale della finanza. +2,43%, il display borsa segna 15,99 euro in chiusura.
Non sono briciole, qui si parla di solidità, di fondamenta che tengono.
Ma cosa ha acceso la miccia? Una promozione, un’investitura arrivata direttamente da JP Morgan. Non una pacca sulla spalla qualsiasi, ma un upgrade che pesa come un macigno d’oro: da neutral a overweight. In gergo finanziario, significa “dateci dentro”, “sovrappesate in portafoglio”. E il target price? Lanciato nell’iperspazio, da 15,50 euro a 18,50 euro. Numeri che parlano chiaro, cristallino.
JP Morgan non si è limitata a sventolare bandierine. Ha scavato nei bilanci, ha vivisezionato le stime, ha alzato l’asticella degli utili previsti. E la somma delle parti, quella valutazione complessa che tiene conto di ogni singolo ingranaggio aziendale, è lievitata, gonfiata dai risultati del 2024.
Più cassa, più dividendi. La ricetta perfetta per far impazzire gli investitori? Forse. O forse è solo il mercato che riconosce il valore, quando il valore si manifesta in tutta la sua potenza.
Le nuove stime di ebit adjusted – quell’indicatore che fotografa la vera redditività aziendale, ripulita dagli effetti straordinari – disegnano un orizzonte in technicolor:
- 2025: 3,062 miliardi (contro i 2,546 miliardi del 2024). Un salto quantico.
- 2026: 3,212 miliardi. La crescita non si arresta, anzi accelera.
E l’utile per azione (EPS)? Segue la stessa traiettoria stellare:
- 2025: 1,71 euro e 1,79 euro.
- 2026: le cifre danzano, quasi a voler confondere chi le guarda, ma la sostanza è chiara: +5% rispetto alle stime precedenti.
Ma non è finita. C’è un dettaglio, un sussurro che JP Morgan ha lasciato cadere nella sua nota, che fa vibrare le corde più profonde dell’anima finanziaria: la cassa di Poste Italiane.
E i numeri, ancora loro, a scandire il ritmo:
- Utile netto adjusted 2025: 2,225 miliardi (da 2,013 miliardi nel 2024).
- Dividendo 2025: 1,20 euro per azione. Yield del 7,7%. Un rendimento che stuzzica l’appetito, che fa drizzare le antenne.
- Dividendo 2026: sale ancora, 1,26 euro per azione. Yield dell’8,1%.
- Dividendo 2027: la progressione continua, 1,31 euro per azione. Yield dell’8,4%.
Cassa, cassa, cassa. Oltre 3 miliardi di euro previsti entro il 2027. Un tesoro che si accumula, un forziere che trabocca. E il debito? In picchiata, verso lo zero. Rapporto debito netto/ebitda proiettato a 0,3 entro il 2028, un abisso rispetto allo 0,75 del 2024.
Cosa significa? Libertà di manovra, agilità, la possibilità di osare, di crescere, di ingrandirsi. Acquisizioni? Nuove linee di business? La fantasia galoppa, il mercato sogna ad occhi aperti.
E poi, c’è la divisione assicurativa, un gigante silente che continua a macinare utili. Solvency II ratio vicino al 300%, ben oltre l’obiettivo del management fissato al 200%. Tradotto? Dividendi straordinari in vista, pioggia di denaro pronta a riversarsi nelle casse della holding.
JP Morgan ha fatto i compiti a casa, ha analizzato i conti del 2024, ha soppesato la performance degli utili, ha studiato la “capacità storica di Poste di superare le stime di ebit: 8 volte negli ultimi 12 trimestri”. Un track record impressionante, una garanzia di solidità e affidabilità.
E allora, i multipli di valutazione sono stati rivisti al rialzo, perché il “costo del capitale” precedente non rendeva giustizia al valore reale del titolo. Il settore bancario e assicurativo europeo vive un momento d’oro? Bene, allora bisogna adeguarsi, alzare il tiro, puntare più in alto.
Soprattutto per la divisione Posta & Pacchi, dove il multiplo ev/ebitda 2026 è stato pompato a 4 (valore di 3,842 miliardi di euro), rispetto al misero 2 stimato in precedenza. Un salto carpiato, un atterraggio perfetto nel cuore del sentiment positivo del mercato.
E il confronto con i competitor? Impariamo a memoria questi numeri, perché raccontano una storia precisa:
- Poste Italiane: p/e 2026 di 8,5.
- Generali: p/e 2026 di 13.
- Media competitor europei: p/e 2026 di 12.
Poste Italiane corre più veloce degli altri, ma costa meno. Un’occasione da non lasciarsi sfuggire? Forse. O forse è solo l’inizio di una nuova era, dove il valore torna ad essere premiato, dove la solidità non è più un optional, ma la bussola che guida gli investimenti. JP Morgan ha acceso la luce, il mercato ha risposto all’appello.
E la corsa di Poste Italiane sembra appena iniziata.