L’Opas lanciata da Intesa su Ubi Banca è stato un successo. Si tratta di un operazione destinata a rimanere nella storia della finanza italiana.
Intesa SanPaolo è riuscita a superare abbondantemente il 95% delle quote portate in adesione dagli azionisti Ubi, cosa che fa scattare il delisting. Le azioni residue verranno quindi acquisite tramite squeeze-out.
L’istituto di credito guidato da Carlo Messina diventerà così proprietario al 100% di Ubi Banca, non saranno più presenti azionisti di minoranza.
Intanto sul sito ufficiale di Intesa SanPaolo, la banca ringrazia tutti gli azionisti che hanno aderito all’offerta e si dice pronta a realizzare questo grande progetto. Che consoliderà la leadership di Intesa in Italia, ma non solo. Il nuovo gruppo nato dalla fusione Intesa-Ubi sarà uno dei maggiori anche in Europa.
Leggi anche: “Intesa-Ubi: incredibile operazione finanziaria”.
Di seguito un analisi sull’opas di Intesa su Ubi.
Opas Intesa-Ubi: le adesioni
Dopo mesi di polemiche, offerte e colpi di scena, l’opas di Intesa si conclude con una vittoria schiacciante. Inizialmente sembrava un’offerta folle quella di Intesa, anche se è riuscita ad appassionare sind da subito mercati e investitori.
Victor Massiah, ex-CEO di Ubi, ha più volte rispedito l’offerta al mittente accompagnandola con un secco “no”. Ma Carlo Messina, numero uno di Intesa, ha continuato per la sua strada, riformulando anche l’offerta al momento giusto. Trasformandola in un’offerta che non si può rifiutare, infatti si tratta della più alta degli ultimi 20 anni (in Italia) riguardo le Offerte di Pubblico Scambio.
Prima della chiusura delle contrattazioni arrivò anche il prolungamento da parte della Consob di 2 giorni, a causa di comportamenti scorretti da parte di Ubi. Ma a quei tempo l’opas di Intesa aveva già raggiunto il 71,9% di adesioni. E superato quindi il 66,7%, che avrebbe garantito il controllo del cda a Intesa SanPaolo.
Ma non finisce qui, perché negli ulteriori due giorni le adesioni saliranno prima a quota 75,67%, per poi arrivare e chiudere le contrattazioni al 90,20%. Seguirà poi l’acquisizione delle quote residue.
Foto di mohamed Hassan da Pixabay
Last modified: 15/09/2020