E’ tutto pronto per le nozze tra FCA e PSA, ma al momento manca ancora la firma sull’accordo vincolante. Potrebbe essere Dicembre il mese giusto per dar via al nuovo colosso automobilistico, che diventerà il 4° gruppo al mondo sia per produzione di vetture che per fatturato.
Iniziano anche le prime manovre economiche e il ri-asset aziendale del gruppo. Tra tutte, spicca la notizia riguardante Dongfeng. Il colosso cinese possiede il 12,2 % di Peugeot e vorrebbe ridurre la sua quota di partecipazione. Un’ottima notizia questa anche per FCA, con una quota inferiore al 5% infatti, Dongfeng eviterebbe di avere un membro nel cda.
Ma c’è anche un’altra notizia riguardante FCA, stavolta pessima. Il fisco italiano infatti, ha chiesto 1,3 miliardi di euro a FCA per la “sospetta” acquisizione di Chrysler.
Il fisco e il caso Chrysler
Partiamo proprio da quest’ultima. A quanto pare il governo italiano non ha ancora incassato la tassa sulle plusvalenze. Questa viene applicata quando le società trasferiscono beni all’estero, in questo caso in Olanda (sede legale di FCA).
Ebbene, secondo il governo italiano FCA ha già sottostimato Chrysler (per Fiat l’asset americano valeva 7,5 miliardi di euro, per il fisco 12,5 miliardi di euro), cosa che comporterebbe una riduzione (fasulla) della tassa. L’aliquota fiscale, ai tempi, era di circa il 27,5 % e quindi la cifra che FCA dovrà sborsare si avvicinerebbe intorno a 1,3 miliardi di euro.
Un portavoce di FCA ha già annunciato che l’azienda vorrebbe chiudere la questione entro la fine dell’anno (come già detto anche da John Elkann), e che punta ad una sostanziale riduzione della cifra. Insomma un guaio che dovrà essere risolto il prima possibile, in modo che non si riveli poi un problema per la fusione con PSA.
E poi ci si mette anche General Motors, che ha già sporto denuncia anni fa nei confronti di John Elkann, accusato di essere al centro di un sistema di corruzione. Ad essere convolti, oltre il presidente di FCA, ci sono importanti membri dei sindacati USA dell’auto, che avrebbero appunto penalizzato GM. Sono in molti quelli che cercano di mettere i bastoni tra le ruote ad Elkann.
La posizione di Dongfeng in FCA-PSA
Per quanto riguarda Dongfeng, il gruppo cinese sta valutando una riduzione della sua quota in PSA, attualmente pari al 12,2 %. L’obiettivo è scendere ad una quota che non incroci il veto del Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti, ovvero il Cfius.
Ma l’operazione in termini economici avrebbe senso, infatti appena dopo la notizia, il gruppo cinese ha guadagnato +2,26% alla borsa di Hong Kong. Se invece la quota rimarrà così com’è, Dongfeng avrà il 6,6 % delle quote del nuovo super gruppo FCA-PSA. E inoltre ci sarà un membro cinese nel nuovo consiglio di amministrazione, che probabilmente entrerà al posto di uno di FCA.