Grazie ai giacimenti di petrolio e gas naturale scoperti nell’Adriatico, l’Italia potrebbe facilmente diventare una potenza energetica. Per non parlare di Noor, l’enorme giacimento scoperto qualche mese fa in Egitto, il più grande del Mediterraneo. Tre volte più grande di quello gigantesco scoperto nel 2015, Zohr. Cosa c’entra vi starete chiedendo. Ebbene la ricerca off-shore è stata portata avanti da ENI, colosso italiano della produzione di idrocarburi. Di conseguenza possiede la concessione riguardante la zone dell’enorme giacimento.
Quindi, le multinazionali italiane estraggono e commercializzano il gas trovato negli stati-partner, e quindi all’estero. Ma la produzione nazionale ? Nel nostro paese il gas non manca, basti citare la Pianura Padana o la zona tra Basilicata e Calabria, ricca di idrocarburi. Purtroppo però, la produzione risulta ancora bloccata o comunque non del tutto avviata. Ad esempio l’Adriatico è pieno di gas metano, ma quello che viene estratto è una percentuale davvero minima e molto al di sotto delle aspettative.
L’Adriatico e l’enorme giacimento
A quanto pare la zona più prolifica in Italia è la fascia adriatica. A cavallo tra gli anni 90 e i duemila sono stati avviati numerosi pozzi nell’Adriatico, ma ora la scoperta è molto più interessate di quella fatta ai tempi. Recenti ricerche condotte da alcuni geologi esperti di ENI, terminate l’anno scorso, hanno portato alla scoperta di un’enorme giacimento di metano sotto le acque del Mar Adriatico. Più precisamente sotto la “tavola” di sabbia che forma il fondale marino. E ce n’è in quantità inimmaginabili, un vero e proprio mega-giacimento. Attualmente dall’Adriatico si estraggono 2,8 miliardi di metri cubi all’anno; dopo questa scoperta il numero potrebbe salire facilmente ad oltre 4 miliardi di metri cubi. Gli stati confinanti via mare come Croazia e Albania hanno già cominciato a trivellare, noi per il momento ci stiamo ancora pensando.
I giacimenti in Pianura Padana
In Italia, i maggiori giacimenti di gas naturale si trovano in Pianura Padana. Qui addirittura il gas è stato scoperto da Alessandro Volta che lo chiamò gas di palude. La multinazionale e colosso del settore ENI, arrivò in Pianura Padana nel 1953, e scoprì un enorme giacimento di gas naturale. All’epoca aveva ottenuto il monopolio per la ricerca di idrocarburi, mentre precedentemente la zona era sotto il controllo di Agip. Quest’ultima aveva già scoperto i pozzi di Caviaga e Cortemaggiore, all’epoca i più produttivi. La Pianura Padana, attualmente produce il 15 % circa del fabbisogno nazionale di gas naturale ed è sicuramente la zona con più alta presenza di gas naturale.