Cambiamenti in arrivo e nozze inaspettate. Forse non proprio inaspettate dato che più volte né Ubi Banca né Banco BPM aveva disdegnato una possibile fusione.
Il CEO di BPN, Giuseppe Castagna, ha infatti dichiarato che il gruppo guarda ad un tessuto imprenditoriale fortemente radicato nel Nord Italia, quindi ha certamente senso un’operazione di fusione tra i due istituti lombardi.
Dall’altra parte, Victor Massiah CEO di Ubi Banca, si rivela aperto a qualunque ipotesi riguardante creazione di valore. E allora che matrimonio sia, sicuramente non c’è fretta ma sembra che le due parti si stiano avvicinando fortemente.
Il terzo e quarto gruppo bancario italiano si fonderanno quindi, creando un nuovo super-gruppo fortemente radicato nelle tre regioni italiane più importanti per l’economia nazionale : Piemonte, Lombardia e Veneto.
La fusione
All’intesa Banco BPN-Ubi Banca potrebbero aggiungersi anche MPS e Bper. Il risultato sarebbe un matrimonio perfetto.
Banco BPN è infatti interessato all’acquisizione di MPS (Monte dei Paschi di Siena), una trattativa però in lavorazione insieme al nostro governo. Ricordiamo che il Tesoro detiene il 66 % di MPS acquisito dopo il salvataggio della banca annunciato nel Dicembre 2016.
Anche Bper strizza l’occhio ad UBI, con quest’ultima che non smette di rivolgere attenzioni a BPER. I presupposti per la fusione ci sono, il gruppo UBI è pronto a giocare un ruolo da protagonista in questa fusione “a 4”. L’acquisizione di Bper potrebbe avvenire a breve.
Tornando a BPN-UBI, l’aggregazione diventa possibile e soprattutto sembra essere un’ottima mossa da cui tutti ne trarrebbero benefici. Intanto, a Piazza Affari entrambi i titoli si stanno comportando molto bene. Banco BPN viaggia a quota + 1,5 %, mentre UBI sta registrando una crescita del valore azionario del + 0,66 %.
Le previsioni
La fusione viene ampiamente appoggiata niente di meno che da Morgan Stanley, vero mago della finanza. Stanley è probabilmente il miglior investitore di tutti i tempi, il suo fiuto per gli affari è noto nel mondo della finanza.
Insomma, Stanley ha sottolineato come una combinazione tra i due istituti lombardi più importanti può portare a migliori sinergie per quanto riguarda il risparmio dei costi, e alla nascita di un nuovo colosso bancario italiano. Il nuovo gruppo sarebbe già il secondo in Italia sotto il profilo dei prestiti, per poi migliorare man mano anche sotto gli altri aspetti.
Una eventuale fusione, dicono gli analisti, potrebbe portare ad una riduzione del 30 % delle spese. Una cifra rilevante che gioverebbe ad entrambe. Però, Stanley conferma che tutto ciò sarà possibile solamente in caso di maxi-ricapitalizzazione. Per l’analista servirebbe una cifra pari a 1,5 – 2 miliardi di euro da aggiungere al capitale.
Chiude affermando che solo una significativa riduzione delle uscite può rendere interessanti i due istituti di credito.