Un ferragosto movimentato quello trascorso da General Electric. Il titolo del colosso statunitense è riuscito a perdere fino al 15 % in giornata. Una cosa che non accadeva dal 2008, registrando la peggiore seduta degli ultimi 11 anni. A Wall Street, la giornata è stata chiusa con perdite superiori all’11 %. Tutto è iniziato da Harry Markopoulos ex dirigente americano che ha accusato la società di aver nascosto una perdita di 38 miliardi di dollari. Lo fa con un report di 175 pagine che coinvolge anche il noto banchiere Bernie Madoff. Per la multinazionale si tratta invece di una semplice manipolazione di mercato, dichiarazione che gli fa guadagnare punti percentuali a Wall Street dopo il crollo di Ferragosto. I danni quindi vengono leggermente limitati, anche se sono in molti ad affermare che General Electric sia vicina alla bancarotta.
Sommario
Le accuse di frode
La situazione che si è venuta a creare risulta molto difficile. La famosa azienda risponde respingendo le accuse e accusando a sua volta Markopoulos di voler creare volatilità per i titoli della società. Inoltre General Electric dichiara che l’ex-dirigente abbia agito per un tornaconto personale generando profitto. Il CEO Larry Culp dichiara che Markopoulos non abbia dato una reale e chiara valutazione finanziaria. Intanto il Dipartimento di Giustizia americano sta indagando sul caso. Le perdite sono riscontrabili nel settore riassicurazioni, nel periodo che va dagli anni 80’ agli anni 90’. Insomma, a quanto pare la verità viene sempre a galla. Secondo le statistiche, la frode di 38 miliardi di dollari rappresenta il 40 % della capitalizzazione di mercato di General Electric. E questa probabilmente è solo una parte dei “loschi” affari svolti da Jack Welch, all’epoca a capo di GE.
Le accuse di scorretta contabilizzazione
Parte delle accuse sono riferite anche a Baker Hughes, nota società che si occupa di servizi per l’industria petrolifera. Il gruppo venne acquisito da General Electric il 31 Ottobre 2016 e incorporato nella multinazionale statunitense. Da questa partnership nacque la prima azienda full stream operante nel settore Oil & Gas. Un gruppo da oltre 30 miliardi di dollari. Ebbene, oggi si scopre che le operazioni di acquisto delle quote azionarie non sono state contabilizzate correttamente. Un’altra frode, questa volta da 9,1 miliardi di dollari. Guai su guai per il colosso statunitense che ora teme il peggio.
La ripresa
Per poter evitare la bancarotta ed una continua discesa a Wall Street, il CEO Larry Culp acquista di tasca propria titoli del gruppo, per una cifra intorno ai 2 milioni di dollari. In questo modo riesce a far risalire il titolo del 6,67 % a Wall Street e dichiara che le attuali riserve del gruppo in abito riassicurativo sono “ben supportate”. Secondo Morkopoulos invece urge un finanziamento per le casse societarie di almeno 28 miliardi di dollari, di cui 18 in contanti. L’attuale CEO smentisce tutto. Stessa cosa da parte di John Hempton, uno dei più famosi investitori al mondo. Lui non usa mezzi termini e definisce Markopoulos “stupido ed ingannevole”.