L’oro ha raggiunto un nuovo record storico, superando martedì la soglia dei 3.110 dollari l’oncia, sostenuto da una crescente domanda di beni rifugio in un contesto globale segnato da forti tensioni geopolitiche e incertezze economiche.
A spingere gli investitori verso il metallo prezioso è stato l’inasprimento della guerra commerciale voluta dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che starebbe valutando un ampliamento delle tariffe a un numero maggiore di Paesi, secondo indiscrezioni che anticipano l’annuncio previsto per il 2 aprile.
La situazione si è ulteriormente aggravata dopo che Trump ha minacciato, domenica, di imporre tariffe aggiuntive tra il 25% e il 50% sul petrolio russo, qualora Mosca ostacolasse i suoi tentativi di mediazione per porre fine al conflitto in Ucraina.
Non solo: anche l’Iran è finito nel mirino del presidente americano, che ha minacciato nuove sanzioni e potenziali azioni militari se non si giungerà a un’intesa sul dossier nucleare. In parallelo, sul fronte macroeconomico, il presidente della Federal Reserve di San Francisco, Mary Daly, ha espresso maggiore cautela rispetto alla previsione di due tagli dei tassi d’interesse entro l’anno, definendola comunque una proiezione “ragionevole”, alla luce dei recenti dati sull’inflazione pubblicati venerdì.
Il quadro che ne emerge è quello di una crescente instabilità politica ed economica che spinge gli investitori verso l’oro come asset difensivo per eccellenza.