Ricordate l’Euro Summit di Luglio ? Quello in cui si annunciava il successore di Mario Draghi, attuale presidente in carica, ovvero Christine Lagarde. Il mandato di Draghi terminerà entro la fine di Ottobre 2019, ma già in quel summit si celebrò l’ottimo lavoro del presidente BCE italiano.
Alla fine del suo discorso. tributi e applausi scroscianti per lui, da parte di tutti e 27 i membri della Commissione Europea. Addirittura anche Macron aveva speso parole al miele per il nostro Draghi, proprio lui che di solito ha sempre qualcosa da dire sugli italiani e sul nostro operato. Stessa cosa anche da parte della Merkel. A questo punto ci viene da pensare che il lavoro di Draghi, durato ben 8 anni, sia stato svolto nel migliore dei modi.
E ancora dovremo ringraziarlo per la manovra anti-deficit che ci ha permesso di non finire commissariati. In quel caso ci fu il suo “zampino”. Ora invece, a poco più di un mese dalla fine del suo mandato, scoppia la rivolta.
A quanto pare sono tutti (o quasi) contro la sua nuova politica monetaria. Scopriamo il perché.
La manovra finanziaria
Tutto è partito dalla nuova manovra finanziaria che Draghi vorrebbe introdurre senza limiti temporali, ovvero il Quantitative Easing. In poche parole si tratta di una modalità che la banca centrale utilizza per intervenire sul sistema economico-finanziario di uno stato.
In particolare si tratta di aumentare la moneta già in circolazione. La manovra dovrebbe partire il prossimo 1 Novembre, e seguire un ritmo da 20 miliardi di euro al mese. Forse potrebbe essere una valida alternativa all’altra proposta (ben più “fantasiosa”) da parte di Bank of England, ovvero creare una moneta digitale globale.
Ebbene durante il meeting della BCE, il penultimo con Draghi come presidente, è scoppiato il caos. Fra disaccordi e litigi, possiamo confermare le voci che indicavano dissidi interni in BCE. La questione è talmente delicata che l’argomento taglio degli interessi sui depositi, è passato addirittura in secondo piano. Si sono già formate delle fazioni.
La situazione attuale
Anche questa volta, indovinate un po’, da chi è partito tutto il casino. Ve lo diciamo noi : da Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia. Eh si, Villeroy si va a schierare con la fazione più accesa di tutte. Quella che vuole l’assoluto dominio in termini di decisioni. Proprio come se l’UE fosse formata soltanto da loro.
Stiamo parlando di Germania e Paesi Bassi. Insieme alla Francia formano un terzetto eccezionale. Tutti insieme compatti contro la manovra ideata da Draghi. E poi, non proprio come hanno fatto i 3 stati citati ma molto più silenziosamente, anche Austria ed Estonia hanno appoggiato “l’opposizione”.
Un disaccordo di questa portata non era mai capitato durante la presidenza di Draghi, ma c’è sempre una prima volta. Probabilmente Francia, Germania e Paesi Bassi non vedono l’ora che arrivi la più “simpatica” Christine Lagarde a capo del BCE.