La notizia di oggi non riguarda direttamente FCA, bensì Opel. Il noto marchio automobilistico tedesco infatti ha annunciato un taglio di 2100 dipendenti, gli stabilimenti a rischio sono quelli di Ruesselsheim, Eisenach, e Kaiserslautern. Oltre a questo taglio, si prevedono altri 4100 licenziamenti entro il 2029.
Cosa c’entra con la “nostra” FCA vi starete chiedendo. Ebbene, Opel fa parte del gruppo PSA ed è stata quindi una decisione presa dal nuovo super-gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA. Opel ora è anche di FCA (anche se l’operazione di fusione non è ancora stata del tutto completata).
E sia i francesi che gli italiani, hanno promesso di non chiudere alcun stabilimento nei propri paesi. Intanto in Germania il taglio è stato già effettuato e a questo ne seguiranno altri. La stessa cosa potrebbe accadere ai 16 impianti FCA presenti nella penisola (Leggi anche “FCA Peugeot: accordo su cda e strategie, tutti i dettagli”).
La situazione di Opel e le ripercussioni su FCA
Opel è stata acquisita nel 2017 dal gruppo PSA (Peugeot) dagli americani di General Motors per 1,3 miliardi di euro. Da allora, quasi la metà dei dipendenti di Opel sono stati lasciati a casa per licenziamento. Appena dopo l’acquisizione la forza-lavoro venne ridotta di 6800 unità. E ora continua il piano di tagli che si protrarrà fino al 2029.
Anche FCA potrebbe cambiare idea nonostante la promessa fatta di non effettuare alcun licenziamento per almeno 3 anni. Forse per questa lasso di tempo potrebbe rimanere tutto così com’è, ma il caos è atteso allo scadere dei 3 anni.
Le previsioni future
Produttività e tasso di utilizzo degli impianti sono i problemi principali per FCA. A quanto pare il gruppo guidato da John Elkann è pronto ad un investimento da 5 miliardi di euro pur di non licenziare nessuno. Inoltre ciò servirà principalmente per aumentare la capacità produttiva dall’80% al 100% (riguardo gli stabilimenti italiani).
Poi, ci si mette anche la debolezza della domanda in Italia ed Europa. Le vendite di automobili sono nettamente in calo, a differenza del mercato Nord-Americano, regione su cui il nuovo gruppo FCA-PSA ha intenzione di puntare fortemente.
Per questo motivo, il nuovo gruppo potrebbe dedicarsi maggiormente al settore Nord-America e “tralasciare” quello italiano. Anzi, nel Belpaese il gruppo potrebbe avvalersi di tutti gli ammortizzatori sociali disponibili pur di diminuire le perdite. Tra questi strumenti ci sono cassa integrazione e prepensionamenti.
Conclusioni
Insomma, nei prossimi anni potrebbe accadere qualcosa di negativo per gli stabilimenti Fiat (FCA) situati in Italia. E poi il mercato dell’auto sta cambiando, ora le aziende automobilistiche puntano tutte sull’elettrico, settore in cui PSA è in netto vantaggio rispetto a FCA. Questo potrebbe portare a dare maggiore importanza a PSA su scelte di mercato (come ad esempio su che tipo di modello produrre), e quindi agire a discapito di FCA.
Il gruppo ha già annunciato che i 2/3 della produzione si focalizzeranno sulle piattaforme Cmp e Emp 2, entrambe di proprietà di Peugeot (PSA). Insomma, staremo a vedere l’evolversi della situazione, sperando che le promesse di FCA vengano mantenute non solo per i primi 3 anni, bensì anche per gli anni successivi.