Un’azienda di fama mondiale che si occupa di trasformazione e rivestimento fili d’acciaio. L’anno scorso, la società belga ha chiuso l’anno con un fatturato da 5,1 miliardi di euro. Eppure c’è qualcosa che non va, una parte dei suoi 29.000 dipendenti è a serio rischio. In Italia infatti, per lo stabilimento di Figline (in Valdarno), è stato appena annunciato un piano di licenziamenti che toccherà ben 220 persone.
Si tratta di tutti coloro che sono stati messi in cassa integrazione fino al 31 Dicembre di quest’anno. La multinazionale ha avviato la procedura per il licenziamento collettivo. La CIGL (sede di Firenze) è furiosa e parte all’attacco, chiesto il ritiro della procedura e la proroga della cassa integrazione per i 220 dipendenti. Purtroppo però, sembra che non ci siano le condizioni per un dialogo.
Sommario
Le cause e gli interventi
La causa principale è la mancanza di potenziali investitori. Il settore sembra si trovi in crisi, la multinazionale belga non ha ancora ricevuto proposte concrete per eventuali partership o aumento delle vendite. E così, senza un business plan che garantisca l’occupazione a tutti i dipendenti dello stabilimento, Bekaert ha deciso di tagliare il personale.
A quanto pare per questo tipo di aziende, la crisi si affronta con i licenziamenti. La multinazionale aveva già provato con ricollocamenti e interventi mirati (come quelli indicati nell’accordo del 2 Ottobre 2018 con il Mise), ma in fondo nulla di concreto è stato fatto.
I tagli
La decisione è addirittura quella di tagliare il personale entro i 75 giorni che precedono la scadenza della Cigs, ovvero prima del 31 Dicembre. Oltre al danno, la beffa. Difficilmente i lavoratori in cassa integrazione arriveranno alla fine di questa. Un’azione della multinazionale che potremmo definire un atto di arroganza. Per Bekaert i licenziamenti sono una certezza mentre la reintegrazione e reindustrializzazione chiesta dal Governo non è una cosa fattibile.
Il tavolo di confronto
Per tutti i lavoratori e le loro famiglie, l’appuntamento è per il 24 Ottobre, data fissata per il tavolo di confronto al Mise tra Bekaert e Cigl. Speriamo vivamente che il ministero non si limiti ad ascoltare e riportare le scelte delle aziende (come già successo), ma che faccia di tutto per evitare la procedura di licenziamento.
E’ la volta buona per vedere in azione il nuovo ministro Stefano Patuanelli e capire di che pasta è fatto. Se la multinazionale uscirà vincitrice, allora non ci sarà più nulla da fare e potrebbe continuare a diminuire la stima degli italiani verso il nuovo Governo e verso il Mise.
Inoltre ci auguriamo che alcune aziende italiane del settore come Toffoli e Imas, possano tendere una mano (nelle loro possibilità) verso i lavoratori che verranno licenziati. Le due aziende venete si occupano anch’esse di lavorazione e trasformazione filo d’acciaio.