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Piano Colao: pronto il programma della task force

Il Piano Colao per il rilancio del Paese è pronto, si tratta di un cronoprogramma con cento schede e venti obiettivi. Ma negli ultimi giorni si sta già facendo viva l’ipotesi che il Piano non verrà utilizzato dal Presidente del Consiglio Conte, ma rimarrà un plus ovvero un “contributo” arrivato a Palazzo Chigi.

Precisiamo infatti che il rapporto tra Colao e il Premier Conte non è mai decollato, nonostante la task force per la ripartenza (di cui Colao è stato nominato capo) è stata fortemente voluta dal Premier.

Per un periodo si è anche ipotizzato che l’ex-ad di Vodafone e Unilever sarebbe stato l’uomo giusto per il dopo-Conte, o forse per la sua imminente sostituzione. Come d’altronde si disse di Mario Draghi, ex-presidente della BCE.

Intanto attualmente regna la confusione anche sulle operazioni e la strategia da seguire per il rilancio economico dell’Italia, e molto probabilmente il Piano Colao non sarà nemmeno ampiamente discusso durante gli Stati Generali convocati da Conte (leggi anche: “Post Covid 19: gli stati che cresceranno di più”).

Di seguito i punti più importanti del Piano Colao per l’Italia.

Piano Colao: le operazioni da completare

La prima cosa che ci teniamo a dire, è che alcuni punti-cardine del Piano Colao sono già operazioni attualmente in cantiere, come ad esempio la semplificazione della burocrazia. A cui si aggiungono anche:

  • Riforma dell’abuso di ufficio;
  • Limitazione della fattispecie del danno erariale per i funzionari pubblici;
  • Aumento minimo al 30% dell’anticipo concesso all’appaltatore di lavori pubblici;
  • Semplificazione delle procedure di valutazione di impatto ambientale;
  • Semplificazione dell’iter burocratico inerente all’edilizia privata.

Detto ciò, possiamo passare alla descrizione degli altri punti del Piano Colao.

Le infrastrutture strategiche e la digitalizzazione del Paese

Una delle prime operazioni di effettuare dovrebbe riguardare l’individuazione (e la definizione) di infrastrutture  di interesse nazionale, a cui verranno applicate apposite procedure ideate ad hoc. Poi si dovrebbe quindi passare per lo snellimento delle procedure burocratiche relative alla realizzazione delle opere. Oltretutto verrà introdotto un presidio di esecuzione.

Le opere in questione riguardano soprattutto quelle materiali, ovvero tutte le infrastrutture che attualmente sono in fase di completamento come l’estensione dell’Alta Velocità. Ritorna “di moda” anche il Ponte sullo Stretto di Messina, altra grande opera incompiuta ritirata in ballo da ogni nuovo governo. Ma al momento dell’inizio dei lavori, nemmeno l’ombra.

Ci sono poi le opere immateriali, in cui rientra anche la più importante del Piano Colao, ovvero la digitalizzazione dell’intero territorio nazionale. Da nord a sud, imprese ed enti dovranno effettuare un largo restyling ed affidarsi alle nuove tecnologie.

La green economy, il reshoring, e l’occupazione femminile

Viene citato anche un potenziamento degli investimenti nel settore della green economy, e un’accelerazione generale riguardo gli investimenti in altri settori. Insomma, l’Italia deve darsi una mossa.

Piano a parte anche per il reshoring, un punto che dovrebbe attirare l’attenzione di molti. Si tratta di far rientrare in Italia tutte le imprese che hanno spostato sede e produzione all’estero. Per convincerli a rientrare (cosa difficilissima), si è pensato ad aiuti fiscali e tassazioni ridotte.

Infine, un punto importante del Piano Colao riguarda l’occupazione femminile. A quanto pare sono le donne quelle ad essere state più colpite dall’esplosione della pandemia, tra licenziamenti e cassa integrazione. Insomma, ad aver perso il lavoro.

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