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Trump lancia missile a Baghdad e il prezzo del petrolio sale

Escalation di tensione dopo il raid degli Stati Uniti in Iran. L’attacco è stato ordinato dal presidente Donald Trump, ora si teme una nuova guerra. Nella notte un drone americano ha sganciato un missile diretto all’aeroporto di Baghdad, più precisamente su un convoglio di auto.

In una di esse si trovava Quasem Soleimani, alto generale iraniano e capo delle milizie al-Quds ovvero la forza d’elite dell’esercito della Repubblica Islamica, che è rimasto ucciso. Insieme ad esso, ha perso la vita anche il vicecapo delle Forze di Mobilitazione popolare.

Probabilmente l’attacco americano è stato una risposta all’assalto dell’ambasciata statunitense avvenuta due giorni fa da parte di centinaia di miliziani sciiti.

La situazione in Borsa

Il raid a Baghdad, ordinato dal presidente Trump, e la possibilità che scatti un nuovo sanguinoso conflitto tra USA e Iran, hanno fatto impennare il prezzo del petrolio. Purtroppo i mercati finanziari e i loro asset, soprattutto quelli delle materie prime, funzionano così.

E’ bastato poco per far schizzare il prezzo del petrolio, che fa un balzo del +3% appena dopo la conferma dell’attacco militare dal Dipartimento della Difesa Usa. Ebbene, le quotazioni del petrolio sono in netto rialzo, con il greggio Wti che torna ai massimi storici. Quest’ultimo era in calo da ben 4 mesi, stamattina ha invece raggiunto quota 63 dollari.

Sempre dopo la conferma dell’attacco, i contratti con scadenza a Febbraio 2020 guadagnano il 2,8% e vengono scambiati a 62,87 dollari. Quelli sul Brent invece guadagnano il 2,91% e vengono scambiati a 68,18 dollari.

Le ripercussioni positive si possono osservare anche sul mercato italiano, con Milano che cede 1,2% ma risulta invece in evidenza per i comparti petroliferi. Anche la valuta USA ne ha tratto benefici, il dollaro si rafforza e scende a 1,1162 dollari per quanto riguarda il cambio con l’euro.

La situazione militare

Intanto l’Iran attacca verbalmente gli USA dichiarando che il raid notturno a Baghdad non è altro che un atto terroristico. Mentre il prezzo del petrolio sale e i mercati USA si rafforzano, si rischia un nuovo conflitto tra le due nazioni. Secondo indiscrezioni, il conto dei morti sale già a quota 7, escludendo Soleimani. Probabilmente, oltre ai militari iraniani, c’erano anche dei civili tra loro.

Trump può quindi “festeggiare” l’ottima performance del petrolio americano in borsa, ma dovrà stare molto attento. Il primo ministro iracheno già grida vendetta, mentre il vice-capo delle Guardie della rivoluzione iraniana ha dichiarato testuali parole (riferite agli USA): “Devono cominciare a ritirare le loro forza dalla regione islamica da oggi, o cominciare a comprare bare per i loro soldati”.

Il rialzo del mercato del petrolio potrebbe costare molto caro a Trump, che continua ad alimentare vendetta e rancore da parte degli iracheni verso gli americani.

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