La bomba era scoppiata nella notte tra Lunedì 17 e Martedì 18 Febbraio, quando Intesa San Paolo lancia una ops su Ubi Banca. L’offerta prevede una fusione tra i due istituti istituti di credito, anche se in realtà Ubi Banca verrà “inglobata” da Intesa San Paolo.
L’istituto bergamasco-bresciano avrebbe quindi ricevuto 17 azioni del nuovo gruppo ogni 10 azioni Ubi per un valore di circa 5 miliardi di euro. E in più, il 28% sul valore con cui Ubi ha chiuso l’ultima giornata di borsa prima dell’ops.
Per saperne di più, leggi l’articolo: “Fusione Intesa-UBI: incredibile operazione finanziaria”.
Praticamente un’offerta inaccettabile, così è stata reputata dai vertici di Ubi Banca durante l’assemblea dei soci.
Ubi Banca-Intesa: la risposta all’offerta
Nel nostro articolo vi avevamo informati sulla convocazione di un cda straordinario da parte di Victor Messiah, CEO di Ubi Banca. E vi avevamo informati che non avevamo indicazioni circa i tempi della risposta da parte dell’istituto di credito.
E invece la risposta di Ubi Banca non si è di certo fatta attendere, arrivata dopo sole 24 ore. Anzi, appare anche alquanto stizzita dalla proposta di Intesa, la risposta è stata infatti un secco no. L’offerta è stata reputata inaccettabile da parte di Ubi, che sicuramente non sta giocando al rialzo dei prezzi, anzi non ci tiene per niente. Probabilmente non arriverà nessun altra offerta.
A dir la verità, un po’ ce l’aspettavamo anche noi di BM visto che Ubi è una banca sana, stabile, redditizia e soprattutto ben gestita. Negli ultimi tempi infatti, abbiamo assistito ad una netta crescita di Ubi, attualmente quarto gruppo bancario italiano per capitalizzazione. Più volte abbiamo elogiato gli ottimi bilanci degli ultimi anni,i piani industriali e la gestione generale dell’istituto bancario.
Previsioni future
Forse sarebbe più plausibile che Ubi incorpori nel suo gruppo un altro istituto di credito italiano, come stava per accadere con BPER. Il risiko bancario quindi è in atto, la mossa più grande e interessante (l’ops di Intesa ad Ubi) è già acqua passata.
Ora si guarda avanti, verso future “combinazioni”, anche perché è il mercato stesso che lo chiede. E quindi gli analisti hanno già designato alcuni gruppi che potrebbero far cambiare idea ad Ubi e presentare un’offerta migliore di quella di Intesa. Ma lo ribadiamo ancora una volta, non crediamo che Ubi accetti ops da altri istituti di credito, se non per un’offerta che non si può rifiutare.
Sempre secondo gli analisti, le banche interessate ad Ubi e che possono offrire più di Intesa sono Unicredit, BNP (tramite l’italiana BNL), e Agricole (tramite Cariparma). Forse la prima dovremmo però già escluderla da questa lista visto che ci ha già provato in passato, quando Ubi rispedì al mittente anche quella proposta. Le francesi BNP e Agricole invece potrebbero farsi avanti, anche se giocare in “trasferta” è sempre rischioso.